Smart working, la formula di Leonardo basata su flessibilità e gradualità. Antonio Liotti: “Adesione media al 50%”

04 maggio 2022

A un mese dall'accordo sindacale sullo Smart working in Leonardo, Antonio Liotti, Chief People & Organization Officer, traccia in un’intervista al Sole 24 Ore un primo bilancio sul rientro in azienda dei dipendenti e sull’adesione alla modalità di lavoro agile.

A un mese dal debutto dell'accordo sindacale sullo smart working, il Chief People & Organization Officer di Leonardo, Antonio Liotti, traccia un primo bilancio in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore. 

«Se nella fase di sperimentazione l'esigenza che guidava lo smart working era la salvaguardia della salute, è chiaro che nel momento in cui approcciamo una fase di transizione verso la nuova normalità l'esigenza diventa conciliare le esigenze di work-life balance con il raggiungimento degli obiettivi di business. Il nuovo modello ibrido è improntato alla fiducia reciproca e alla corresponsabilità che permette di individuare il bilanciamento più efficace tra esigenze più individuali e dei singoli ed esigenze organizzative».

Nei 2 anni di sperimentazione pandemica – ha spiegato Antonio Liotti - solo durante il lockdown totale c'è stata un'adesione massiva. Negli altri momenti si è sempre avuta in Leonardo una continuità di presenza in sede, sia pur con numeri variabili che hanno seguito l'andamento della diffusione del contagio e le esigenze dei business in cui operiamo. “La nostra è un'azienda che non si è mai fermata e ha attraversato le diverse fasi dell'emergenza con graduali rientri”. 

Dei 30mila dipendenti in Italia, i candidati allo smart working in Leonardo sono 17mila. Nell'ultimo mese è stata avviata la riorganizzazione del lavoro nel pieno rispetto della cornice normativa dell'accordo sindacale che ha un alto livello di flessibilità e adattabilità: fino a un  massimo di 8 giorni al mese che possono diventare 10 in determinati settori e attività.

Questi numeri, secondo quanto condiviso con i sindacati, «sono quelli che meglio contemplano le esigenze di un'azienda manifatturiera come la nostra. In ogni funzione responsabili e collaboratori stanno definendo la programmazione, tenendo conto che la vita dell'azienda è fatta di momenti diversi. […] Lo smart working è uno strumento che ha forte valenza sociale e che richiede un assestamento tra le esigenze. Un punto qualificante del nostro accordo sindacale è proprio la misurazione dell'efficacia del modello».