Aermacchi M-346FA: maestro nel multiruolo

Nuova versione del bimotore da addestramento avanzato Aermacchi M-346, progettato e prodotto dalla Divisione Velivoli di Leonardo, l'M-346 FA (Fighter Attack) rappresenta un'evoluzione della variante dual role FT (Fighter Trainer), ed è stata sviluppata per venire incontro alle crescenti e diversificate necessità operative delle forze aeree.

Leonardo  08 luglio 2018

Nuova versione del bimotore da addestramento avanzato Aermacchi M-346, progettato e prodotto dalla Divisione Velivoli di Leonardo, l’M-346 FA (Fighter Attack) rappresenta un’evoluzione della variante dual role FT (Fighter Trainer), ed è stata sviluppata per venire incontro alle crescenti e diversificate necessità operative delle forze aeree.

 

Per il moderno campo di battaglia, infatti, la versione FA è la soluzione tattica estremamente efficace e a basso costo, poiché assicura alle forze aeree la massima efficacia, offrendo tutte le caratteristiche dell’M-346 AJT (Advanced Jet Trainer), comprese le capacità di addestramento avanzato e pre-operativo della versione di base. Ma scopriamo perché.

 

Lo scenario operativo

 

Negli scenari operativi attuali, anche in quelli caratterizzati da un livello di minaccia medio-basso, moderni e costosi velivoli da caccia della classe delle 20/30 tonnellate di peso vengono spesso utilizzati in missioni poco paganti e con alti costi operativi.

 

Si tratta generalmente di missioni di supporto aereo ravvicinato, anche in aree urbane e interdizione sul campo di battaglia, ma anche di difesa del territorio nazionale e Air Policing, ricognizione tattica, supporto alle operazioni di soccorso di personale in aree di combattimento, dove sarebbe sufficiente impiegare velivoli più a basso costo, dotati di radar, pod di designazione allo stato dell’arte, moderni e sofisticati sistemi di autoprotezione, data link di ultima generazione e la fondamentale capacità di essere riforniti in volo.

 

 

Una soluzione tattica a basso costo

 

L’M-346FA, maestro nel multiruolo a basso costo, è stato sviluppato a partire dalla versione AJT da addestramento avanzato dell’M-346, già in servizio con le forze aeree di Singapore, Italia, Israele e Polonia. Rispetto a quest’ultima, le peculiarità della versione FA consistono nell’aggiornamento dell’avionica e nell’aggiunta di due punti di attacco alle estremità alari (che passano quindi da 5 a 7) per poter disporre di due missili aria-aria, mantenendo piene capacità dual role e tutto l’avanzatissimo sistema di addestramento integrato.

 

 

L’M-346FA prevede inoltre una suite di autoprotezione DASS (Defensive Aid Sub System) comprendente Radar Warning Receiver, dispenser di Chaff & Flare, oltre al Missile Approach Warning, dotato di sei sensori, con copertura di 360° contro le eventuali minacce missilistiche. Il velivolo potrà scambiare in tempo reale e in modo sicuro tutti i dati relativi alla situazione tattica mediante l’impiego di Data Link tattico dedicato con standard NATO (Link 16) e non.

 

A bordo è anche previsto il radar multimode pulse-doppler GRIFO-346, realizzato dalla Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo. Si tratta di una versione dedicata per il Fighter Attack e derivata dalla famiglia dei Grifo che, con oltre 450 unità vendute in tutto il mondo, rappresenta un grande successo commerciale.

 

 

Il costo per ora di volo con l’M-346FA si riduce fino all’80% rispetto a un più pesante e costoso caccia impiegato in missioni di supporto aereo ravvicinato.

 

Parola di Test Pilot

 

Per meglio comprendere quali sono le intrinseche peculiarità dell’M-346 che lo rendono adatto a diventare un ottimo velivolo multiruolo a basso costo, abbiamo parlato con il Comandante Giacomo Iannelli, Project Test Pilot Trainers della Divisione Velivoli di Leonardo: “Innanzitutto la velocità è molto elevata a bassa quota anche con carichi, mentre altri velivoli supersonici hanno migliori prestazioni in configurazione pulita ma peggiorano sensibilmente con l’aggiunta dei carichi.

 

La manovrabilità è adeguata, grazie anche ai comandi di volo fly-by-wire digitali a 4 canali e questo consente una rilevante rapidità di manovra durante il combattimento ravvicinato. La notevole spinta specifica dei motori permette di rientrare alla base anche a pieno carico, con un motore fuori uso, ad una quota adeguata a rimanere fuori dalla portata media delle minacce missilistiche più comuni, garantendo una notevole capacità di sopravvivenza. Il cosiddetto Carefree Handling assicura che i piloti si possano focalizzare sulla missione, senza doversi preoccupare di uscire dall’inviluppo di volo previsto.

 

La configurazione bimotore garantisce una elevata sopravvivenza sul campo di battaglia e, nel contempo, l’efficienza dei motori permette di mantenere bassi i consumi, garantendo un’autonomia decisamente buona, ulteriormente estensibile con il rifornimento in volo, capacità già operativa con l’Aeronautica Militare italiana. L’APU (Auxiliary Power Unit) garantisce operazioni di volo in completa autonomia.

 

L’M-346, nato come addestratore, presenta un’eccellente visibilità ed è un velivolo biposto, fattore molto importante nel volo a bassa quota e grande vantaggio per l’impiego del secondo pilota come gestore dei carichi di bordo, ovvero per altri ruoli specializzati”.

 

 

L’interfaccia uomo-macchina è già allo stato dell’arte e comprende avanzati sistemi di presentazione dati ai piloti, inclusi i già qualificati caschi visore, e comandi di tipo HOTAS (Hands On Throttle And Stick), cioè con capacità di controllare tutti i sistemi del velivolo senza togliere le mani dalla manetta motore e dalla barra di comando.

 

L’M-346FA”, prosegue Iannelli, “conserva intatte tutte le caratteristiche del trainer avanzato, inclusi i sistemi di bordo per la simulazione di tutti i sistemi e i carichi con i quali si troverà ad operare, vantaggio notevolissimo per i piloti che possono passare senza soluzione di continuità dall’addestramento alle missioni reali, senza cambiare velivolo”.

 

Le nuove capacità operative dell’FA vanno infine ad aggiungersi a quelle che l’M-346 può già offrire oggi, quale velivolo “Aggressor” e “Companion Trainer” per l’addestramento dei piloti operativi, come dimostrato con notevole successo da parte delle aeronautiche italiana e israeliana.

 

Tipologie di missione


I carichi esterni trasportabili dall’M-346FA corrispondono a un totale di oltre 2.000 kg oltre ai serbatoi ausiliari da 630 litri ciascuno. Per le missioni di attacco al suolo saranno integrati tutta una serie di munizionamenti di caduta da 500 libbre ciascuno, guidati e non, incluso il munizionamento di precisione di ultima generazione, capace di limitare al massimo i danni collaterali e aumentare il numero di obiettivi da poter colpire contemporaneamente. Per la designazione dei bersagli sono a disposizione Laser Designation Pod di ultima generazione.

 

 

Per quanto riguarda le missioni di difesa del territorio nazionale e di Air Policing, inclusa l’intercettazione di potenziali minacce (anche di tipo terroristico) in volo a bassa quota, costituite per esempio da piccoli velivoli o elicotteri ultraleggeri, l’M-346FA può essere equipaggiato con missili aria-aria a corto raggio e a guida infrarossa, un pod ventrale contenente un cannone oppure, su richiesta del cliente, un pod ECM attivo per contromisure elettroniche.

 

Opportunamente configurato con un mix di carichi aria-suolo e aria-aria, l’M-346FA può svolgere senza problemi missioni di supporto a complesse operazioni di Personnel Recovery/Combat Search And Rescue, cioè di recupero di personale, anche in territorio ostile, ovvero di ricerca e soccorso di equipaggi di volo abbattuti in territorio nemico.

 

 

Infine, in caso di missioni da ricognizione, è stato integrato sul velivolo un pod dedicato e già efficacemente utilizzato da diverse forze aeree, inclusa l’Aeronautica Militare italiana, per missioni di ricognizione tattica nei complessi teatri operativi in Afghanistan e Iraq ma anche per immediato ed efficace supporto alla protezione civile in caso di calamità naturali, come avvenuto di recente per il terremoto che ha colpito il centro Italia nell’agosto del 2016.