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Giada Paolucci: come diventare “cacciatore di minacce” e vivere immersi nella realtà cibernetica

09 novembre 2022

Chi ci permette di navigare, postare e condividere foto e dati sensibili in relativa sicurezza, vigilando in modo silente, sui nostri clic? Cyber threat analyst dal 2019 al SOC (Security Operation Centre) di Chieti, Giada Paolucci e il suo team si dedicano al monitoraggio real-time delle minacce, tutti i giorni, 24 ore su 24. 

Cyber & Security Solutions

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Nel gruppo dal 2019

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Ricerca Sociale e politiche della sicurezza

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Chieti

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Come si diventa cyber threat analyst del Global Security Operation Centre (SOC) di Leonardo? Non sempre è necessaria una laurea in ingegneria informatica e nemmeno un passato da hacker. La storia di Giada, analista della sicurezza cibernetica presso il SOC di Chieti, testimonia invece come una formazione umanistica unita a curiosità, versatilità, intuito e apertura costante verso nuovi stimoli possano fare la differenza.

Classe 1991, Giada è entrata nella Cyber & Security di Leonardo nel 2019, con alle spalle un percorso accademico in sociologia e in politiche della sicurezza. Questo retroterra le ha permesso di contribuire in maniera innovativa alle operazioni di monitoraggio e prevenzione delle minacce cyber che svolge il suo team, riuscendo a identificare e sventare attacchi cyber con prontezza ed efficacia. Un’attività di primo piano per il mondo in costante evoluzione della sicurezza cibernetica e in cui Leonardo è leader tecnologico e dove, per Giada “approdare è stata la realizzazione di un sogno”. “Lavorare in Leonardo significa migliorare e capire più da vicino la direzione che sta prendendo lo sviluppo tecnologico e il mercato.”

Il SOC di Chieti, dove si concentrano le attività di cyber security del gruppo Leonardo, protegge 7.000 reti e 100.000 utenti in 130 paesi. Un compito sempre più strategico nell'era digitale, ma che richiede una passione e una dedizione non indifferenti: “da questo lavoro non ci si stacca mai, perché si deve essere sempre pronti alle emergenze”, spiega Giada. Non ultima quella scatenata nei primi mesi della crisi russo-ucraina da continue incursioni di attori (threat actor) informatici, presumibilmente riconducibili al Cremlino, che avevano l’obiettivo di sabotare siti, media e infrastrutture critiche occidentali. In quell’occasione Giada e i suoi colleghi hanno vigilato, cercando quotidianamente di intercettare tutte le minacce dal mondo del dark web.

Il lavoro dell’analista della sicurezza è sicuramente diverso da tutti gli altri “non è paragonabile ad altre aree dell’azienda in cui il lavoro è affidato a progetto. Nella CTI (Cyber Threat Intelligence), ogni elaborato, analisi, ricerca è un progetto interessante, ogni volta diverso dall’altro.” Passare le giornate davanti agli schermi, incrociando parole sensibili e scandagliando la rete in cerca di minacce che dovranno essere valutate caso per caso, può sembrare noioso e arido, ma “un analista della sicurezza è continuamente sotto stress – sottolinea Giada –. Siamo iperconnessi e alle prese con un costante flusso di dati da interpretare” sempre e nonostante l’orario.

Aspetti fondamentali della personalità di Giada sono sicuramente la versatilità e la grande curiosità per l’ambito della cyber security che la avvolge completamente anche nel tempo libero “tutti gli hobby che fanno parte della mia vita privata, hanno in qualche modo contribuito allo sviluppo della mia figura all’interno del gruppo di Cyber Threat Intelligence, sia in termini di conoscenze che in termini di difficoltà, impegno e dedizione.”