L’anniversario dei 75 anni di Leonardo, filo rosso dello sviluppo tecnologico dell’industria italiana

18 marzo 2023

18 marzo 1948: nasce Leonardo, l’allora Finmeccanica, la holding italiana per l’industria meccanica e cantieristica, oggi fra i leader mondiali dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza. Un libro di recente pubblicazione racconta la storia di un’azienda che ha accompagnato fin dall’inizio lo sviluppo e la modernizzazione del nostro Paese.

Settantacinque anni di storia dell’industria italiana dell’aerospazio, difesa e sicurezza, dei suoi mercati, delle sue tecnologie e delle sue persone. Ma anche dell’evoluzione economica, sociale e culturale del nostro Paese e delle comunità di riferimento. Perché la storia di Leonardo, nata il 18 marzo 1948 con il nome di Finmeccanica, rappresenta un filo rosso che attraversa l’intero percorso manifatturiero dell’Italia dal secondo dopoguerra ad oggi. Una chiave di lettura originale di questi tre quarti di secolo è offerta dal volume “Leonardo. Motore industriale e frontiera tecnologica dell’Italia”, realizzato dall’inviato del Sole 24 Ore, Paolo Bricco, per l’editore il Mulino.

Leonardo – scrive Bricco nel libro, da poco pubblicato - è espressione del suo tempo, del tem­po della globalizzazione e del capitalismo ipertecnologico e del tempo dell’Italia, alla cui fisiologia industriale fornisce un contributo fondamentale”. Cinque i momenti principali dei 75 anni di vita dell’azienda, tutti con una costante: il presidio delle tecnologie strategiche per lo sviluppo industriale dell’Italia e delle nazioni partner. Il primo momento, nel 1948, coincide con l’esordio nella termoelettromeccanica e nella cantieristica, su impulso dell’IRI, per guidare la ricostruzione post-bellica del Paese.

 

Varo del transatlantico Rex, Cantieri Navali Ansaldo, Genova,1931

È poi, la volta, tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, della concentrazione, da un lato, sull’aerospazio e l’emergente elettronica, e, dall’altro, sul mercato di massa dell’automotoristica all’indomani dello scorporo della cantieristica. Tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila si assiste, invece, al consolidamento nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza in Italia, mentre dalla metà del Duemila parte l’espansione internazionale, dal Regno Unito, agli Stati Uniti, alla Polonia. Seguono, dalla fine del 2013, la razionalizzazione degli asset e la riorganizzazione in One Company per esigenze di competitività e capacità di investimento, fattori indispensabili per potersi concentrare su business e cicli tecnologici innovativi.

Si arriva così, oggi, alla fase della convergenza fra industria e digitale, che presuppone la capacità di raccogliere dati da più fonti, come la geoinformazione, gestendoli con strumenti di supercalcolo collegati al cloud (l’HPC davinci-1), intelligenza artificiale e cyber security, per concepire sistemi strettamente interconnessi, integrati e multi-dominio. “Un modello industriale – nota Bricco - caratterizzato da investimenti molto significativi in R&S e da open innovation, da incubatori tecnologici – gli undici Leonardo Labs – e da soluzioni digital twin, con cui la modellizzazione dettagliata di un elemento reale consente di prevedere, in ambiente virtuale, i più svariati casi d’im­piego, dalla fase di ingegneria alla fase operativa”.

A 75 anni dalla sua nascita, Leonardo, ricorda Bricco, rappresenta, in definitiva, un elemento essenziale nel sistema tecno-manifatturiero del nostro Paese. L’Italia sta sperimentando una crescente marginalizza­zione: non è più la cerniera fra Est e Ovest quando l’Ovest significava democrazia e l’Est comunismi, non ospita più il maggiore Partito comunista europeo, non è più la cerniera fra Nord e Sud del mondo posta nel cuore del Mediterra­neo”. Nonostante ciò, l’azienda è “parte integrante della manifattura internazionale a forte caratura geopolitica. E, dunque, contribuisce sotto il profilo siste­mico alla natura del Paese e al suo posizionamento. Se l’Italia rimane agganciata ai vagoni di testa delle democrazie occidentali è grazie – anche – ai suoi ultimi grandi gruppi industriali. Leonardo – sottolinea il giornalista - si trova sulla prossimità delle frontiere tecnologiche. E, dunque, anche l’Italia lo è. In un contesto internazionale contraddistinto da mutamenti significativi, l’Italia vive la grande crisi dell’automobile, dell’informatica, della chimica. Si tratta di un passaggio storico che rischia di disarticolare il sistema produttivo nazionale”.

Leonardo, da questo punto di vista, costituisce “un fortissimo fattore di stabilizzazione. Le sue fabbriche, i suoi laboratori e i suoi centri di ricerca – attivi in una pluralità di settori, prossimi alle frontiere tecnologiche del tempo – diventano gangli vitali ancora più essenziali per la fisiologia economica e manifatturiera, scientifica e culturale del nostro Paese. In una economia contraddistinta dalla prevalenza quantitativa delle piccole e delle medie imprese e dalla retorica culturale che ne valorizza vantaggi e virtù, la grande impresa italiana viene smontata. Questo – conclude Bricco - non accade con Finmeccanica e poi con Leonardo”.