Leonardo leader del polo della
sicurezza Ue, in un’intervista a Repubblica l’AD Profumo rilancia il tema
di una Difesa comune europea

24 maggio 2022

Alessandro Profumo difende il progetto di un’alleanza industriale nel settore della difesa e candida Leonardo come capofila per l'elettronica di sicurezza. L’AD di Leonardo fa il punto dei risultati raggiunti dal gruppo e auspica un rafforzamento della collaborazione con Fincantieri.

In un’intervista a Repubblica Alessandro Profumo, AD di Leonardo, fa il punto sul posizionamento dell’azienda in Europa e nel mondo e spiega la necessità di lavorare tutti insieme alla creazione di un polo europeo della difesa.

«Gli Stati Uniti sono un mercato molto importante. Ma non è l'unico. Lo è anche l'Europa, a partire dalla Germania. Siamo presenti in quasi tutti i paesi dell'Est, mentre in Francia, che rimane il mercato dove è più difficile entrare, operiamo insieme ad aziende come Thales e Airbus. L'Italia vale solo il 15 per cento del giro d'affari, ma è importantissima perché è qui che facciamo ricerca e sviluppiamo i nostri prodotti. È la situazione di tutte le aziende del settore, dove la domanda domestica ha medie molto più basse di quanto non avvenga negli Stati Uniti».

L’AD si sofferma poi sull’importanza di sostenere il progetto di difesa europea: «Penso che sia molto importante andare verso una Difesa europea e lo dico soprattutto nei confronti dei cittadini. Per qualsiasi nuovo sistema che vai a sviluppare hai costi non ricorrenti. Se un nuovo prodotto lo sviluppi dieci volte, invece che una o due, hai questi costi moltiplicati per dieci. Si cita sempre il caso dei mezzi blindati: in Europa ne abbiamo di 17 tipi diversi, mentre negli Stati Uniti soltanto tre, con una qualità più alta e costi inferiori: sono soldi dei cittadini che potrebbero essere utilizzati diversamente. Ma ci arriveremo anche in Europa».

«Tutti si rendono conto dell'importanza di ragionare a livello europeo – continua Profumo -, ma allo stesso tempo è importante che ci sia una forte base di proprietà intellettuale italiana. Sul tema ho sempre detto due cose. La prima è che le aggregazioni avverranno a livello verticale. La seconda: come italiani dobbiamo individuare le capacità che dobbiamo tutelare. Abbiamo eccellenze nei sistemi di difesa, dove c'è Oto Melara, nell'elettronica, negli elicotteri, nei trainer che sono quelle che ci consentono di crescere. C'è una cosa di cui sono molto fiero: da quando sono qui abbiamo creato cinquemila posti di lavoro, tremila in Italia. Tutti posti di lavoro "sani" perché abbiamo sviluppato nuove capacità, migliorando i risultati».

Riguardo a Oto Melara Profumo tiene a precisare che un’eventuale cessione «non dipende solo da noi. Questi progetti richiedono riflessioni più allargate a livello di sistema Paese» e, continuando sul possibile ruolo da leader che Leonardo si candida a svolgere nella creazione di un polo europeo dell’elettronica per la difesa, «è un bene che vada avanti tutto insieme. In un processo europeo è giusto che vi sia coerenza di base e reciprocità fra i diversi attori».

Passando poi a parlare di cybersicurezza e dell’escalation nella complessità degli attacchi cybernetici attuati in questi ultimi mesi, Profumo spiega quanto l’azienda voglia «essere il punto di riferimento della sicurezza cyber, non ci interessa una crescita per vie esterne. Abbiamo un focus nello sviluppo di tecnologie proprietarie e stiamo lanciando anche il progetto della Cyber Academy, nata per diventare il punto di riferimento del settore, facendo sia formazione diretta sia fungendo da centro di aggregazione di realtà terze che utilizzano la nostra struttura per fare a loro volta formazione».

Leonardo punta ad ampliare gli investimenti «nella protezione di settore specifici, a partire dalla sanità, dalle infrastrutture strategiche ai servizi. Come azienda siamo continuamente oggetto di attacchi e questo ci permette di accumulare esperienza. Abbiamo sviluppato "librerie" di modelli di attacco molto ampie. E siccome chi fa aggressioni informatiche si muove un po' come i giocatori di scacchi con una serie di mosse prestabilite, siamo pronti a rispondere avendo accumulato una ricca casistica».

Sui rapporti con Fincantieri, Profumo infine puntualizza quanto ci sia sempre stata collaborazione fra le due aziende «Sono anche convinto che vada rafforzata: quando andiamo a cercare commesse all'estero possiamo muoverci in maniera ancora più coordinata. Noi facciamo la parte elettronica, loro la parte navale. Dobbiamo continuare a lavorare insieme: la Marina Militare, in questo caso, è il "cliente" e questo obbliga a essere coordinati». Ma non vede prossima una fusione fra le due aziende.