Il valore dell’industria della difesa europea e il suo contributo alla sicurezza e lo sviluppo

30 novembre 2022

Bruxelles è stata il centro del dibattito europeo sui temi della difesa, della sicurezza e del ruolo delle industrie di settore. In un’Europa sconvolta dalla guerra in Ucraina e in cui gran parte dei Paesi del vecchio continente annunciano un aumento dei loro budget per le spese militari, le aziende dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza (AD&S) si interrogano su come sviluppare capacità e tecnologie necessarie a operare in un contesto internazionale totalmente nuovo rispetto a pochi mesi fa.

Due gli eventi che hanno caratterizzato la giornata di ieri nella capitale belga. Nella mattinata ASD, l'associazione che raccoglie le industrie europee dell'aerospazio, della sicurezza e della difesa, in rappresentanza di circa 3.000 aziende e 880.000 persone in 18 paesi, ha rilasciato una fotografia sullo stato dell’arte dell’industria di settore e del suo valore per il 2021. L’Associazione ha diffuso due report: il primo, la pubblicazione annuale sulle principali voci e statistiche che si riferiscono alle aziende associate; il secondo, un’analisi del loro impatto economico e sociale.

Entrambi i documenti sono stati presentati e commentati durante una conferenza stampa organizzata dall’Associazione a cui hanno preso parte il Presidente Alessandro Profumo, il Vice-Presidente Guillaume Faury e il Segretario Generale Jan Pie.

Numeri importanti per l’AD&S europeo*, che registra 3,57 milioni di persone occupate tra dirette (942.000), indirette (966.000) e indotte (oltre 1,66 milioni). In altre parole, ogni posto di lavoro diretto genera ulteriori 2,8 posti di lavoro. Il volume d’affari del comparto ammonta a €578 miliardi, di cui €241 miliardi diretti, €148 miliardi indiretti e €189 miliardi indotti. Numeri che indicano che ogni euro fatturato dalle industrie del settore genera ulteriori €1,40 complessivi.

Il comparto industriale dell’AD&S europeo contribuisce al PIL dei paesi membri per un valore di €240 miliardi: secondo l’analisi presentata ieri, ogni euro di fatturato genera 0,99 euro di PIL, un rapporto che colloca le industrie del settore tra quelle a maggior valore aggiunto per l'economia del continente.
 

3,57 mil

persone occupate (dirette, indirette e indotte)

€ 578 mld

volume d’affari

€ 240 mld

valore PIL generato

€ 18,5 mld

investimenti complessivi in R&S

* EU27 più Regno Unito, Norvegia e Turchia

 

L’industria dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza è dunque una componente indispensabile per consentire lo sviluppo socioeconomico dei paesi in cui opera, e fornisce ai governi nazionali le tecnologie e gli strumenti mediante i quali le istituzioni possono garantire la sicurezza.

Sicurezza - dei territori, dei cittadini, delle imprese e delle infrastrutture - senza la quale nessuna crescita può essere duratura e sostenibile. Le aziende della difesa sono infatti tra le più avanzate in termini di capacità tecnologiche e tra quelle che più investono in ricerca e sviluppo. Fattori, questi ultimi, che rappresentano i principali driver per la crescita del prodotto interno lordo di ogni nazione.

Per un ulteriore approfondimento:

ASD 2022 Facts & Figures

The Economic Impact of the European Aerospace and Defence Industry

 

Verso un’Europa della Difesa

Sempre su questi temi si è tenuto a Bruxelles l’evento organizzato da Leonardo dal titolo “The pathway to European Defence between global challenges and technological sovereignty”. Ospiti alcuni tra i più autorevoli rappresentanti delle istituzioni europee, tra cui il Commissario per l’Economia Paolo Gentiloni e Roberta Metsola, Presidente dell’Europarlamento, che è intervenuta con un video messaggio. A chiudere la serata il key note del Direttore per le Analisi Militari e di Difesa dell’Istituto Internazionale per gli Studi Strategici (IISS) Bastian Giegerich.
 


Nelle sale del palazzo storico della Biblioteca Solvay si è parlato di come aumentare la collaborazione tra Paesi, che sarà sempre più la linea da seguire per rendere l’Europa strategicamente autonoma e tecnologicamente indipendente per quanto riguarda le proprie capacità di difesa. Occorre però essere consapevoli della complessità, dei costi e dell’elevato grado di specializzazione che richiedono le nuove tecnologie, in particolare nel settore emerging disruptive, fondamentale per le piattaforme e le soluzioni del futuro.

Aerei, elicotteri, carri armati, navi, sottomarini: il nuovo contesto in cui devono operare non è più soltanto il singolo dominio - aria, terra mare - ma l’insieme di tutti questi, a cui si aggiungono i nuovi ambiti spaziale e cibernetico, ormai cruciali in un’ottica Joint All Domain. I sistemi e le soluzioni tecnologiche devono poter “parlare tra loro”, trasmettere dati, analizzarli e saper operare con tempestività ed efficacia in ogni scenario operativo, impiegando sempre meno persone in situazioni ad alto rischio. 

 

Il contributo dell’industria

Leonardo è pronta a sostenere questo processo grazie a capacità distintive che la rendono una delle poche industrie europee a presidiare tecnologie multidisciplinari in tutti e cinque i domini. Per sostenere la base tecnologica e industriale della difesa europea è fondamentale sviluppare un ciclo di cooperazione completamente integrato, a partire dalla definizione condivisa di priorità e requisiti, fino all'aumento dei finanziamenti europei nella ricerca per la difesa e lo sviluppo di programmi comuni.
 


Per Profumo “il primo passo è individuare le competenze e le capacità professionali di cui il settore avrà bisogno nel medio e nel lungo periodo. Per questo in Leonardo è stata messa a punto una mappa delle competenze e delle tecnologie critiche e abbiamo investito nei Leonardo Labs, una rete di 11 laboratori dedicati alla ricerca sulle emerging disruptive technologies”.

Alle parole dell’AD di Leonardo si è aggiunto il Commissario Gentiloni, il quale ha ricordato le conseguenze dell’invasione della Russia sull’economia globale e in particolare su quella europea, con la combinazione di un’impennata dei prezzi dell’energia, di un’inflazione crescente, della debolezza della domanda esterna e di un’incertezza straordinaria che hanno indebolito la fiducia e offuscato le nostre prospettive economiche. Secondo le ultime previsioni, dobbiamo aspettarci una crescita dell’economia europea dello 0,3% per l'anno prossimo e dell'1,6% nel 2024.  

Paolo Gentiloni ha dichiarato inoltre che il conflitto in Ucraina ha rafforzato l’alleanza transatlantica, ma allo stesso tempo “ci spinge verso un sistema di difesa europeo più integrato. Dobbiamo prenderci maggiori responsabilità a livello europeo, il che significa sostanzialmente aumentare le spese per la Difesa: veniamo da due decenni di investimenti bassi in cui la spesa combinata per la Difesa in Europa è cresciuta del 20%, quando nello stesso periodo negli Stati Uniti cresceva del 60%, in Russia triplicava e la Cina la aumentava del 600%”. 

Anche Roberta Metsola, nel suo intervento video, ha ribadito l’importanza di destinare ulteriori risorse alla Difesa per avvicinare sempre di più l’Europa alla propria sovranità. Secondo la Presidente ci sarà bisogno di investimenti, nuove capacità industriali e strumenti di collaborazione internazionale per garantire l’accesso alle principali tecnologie critiche di cui l’industria della Difesa ha bisogno.

 

Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo

A chiusura dell’evento il key note di Giegerich ha sottolineato come, per molti operatori del settore, negli ultimi venti o trent’anni sia cresciuto il ruolo dei mercati d’esportazione rispetto a quelli domestici. Un mutamento che di riflesso ha visto trasformare alcuni buyers in veri e propri competitors che hanno scambiato l’accesso ai loro mercati con il trasferimento tecnologico a loro favore.