Alla luce delle nuove sfide di sicurezza e delle crescenti complessità geopolitiche, la NATO sta valutando l'opportunità di allargare la definizione di spesa per la Difesa, includendo infrastrutture critiche, cybersicurezza e investimenti in tecnologie avanzate. Una visione più estesa, che mira a bilanciare le esigenze militari tradizionali con ambiti più innovativi.
L’Italia prevede di raggiungere il 2% del PIL in spesa per la Difesa entro quest’anno; tuttavia, come spiega Roberto Cingolani, al momento non sono considerate come spesa difensiva alcune tecnologie potenzialmente utilizzabili in ambito militare. Secondo Cingolani, includerle potrebbe far aumentare rapidamente la spesa italiana: “La nuova infrastruttura della Difesa è rappresentata dalle tecnologie avanzate, con un nuovo approccio basato non su bullets, ma su bullets e bytes”.