ECR, un successo tecnologico e operativo nella storia italiana del Tornado

Storia e attualità della variante anti-radar e da ricognizione del caccia-bombardiere tri-nazionale Tornado, una delle più riuscite collaborazioni internazionali della storia dell’aeronautica e pietra miliare nella crescita tecnologica e industriale di Leonardo. 

10 febbraio 2021

Il prototipo del Tornado ECR, ancora oggi impegnato da Leonardo per le attività di sviluppo

 

Per realizzare questo velivolo, alla fine degli anni ’60 si misero a fattor comune competenze tecniche e manageriali in una collaborazione così ampia da non avere precedenti. Ad unire le forze furono le tre principali “firme” di Gran Bretagna, Germania, e Italia, ovvero le allora British Aircraft Corporation (ora BAE Systems), FIAT Aviazione (poi Aeritalia, Alenia Aermacchi e oggi Leonardo) e MBB (ora Airbus DS). Quella collaborazione, con la nascita del consorzio Panavia, pose le basi per la nascita di una vera e propria industria aeronautica europea, che anni dopo avrebbe dato ulteriori frutti con il programma Eurofighter. Gli anni di lavoro per lo sviluppo del Tornado furono, per l’industria italiana, la spinta per un vero balzo in avanti tecnologico: un velivolo bisonico con ali a geometria variabile rappresentava un vero trionfo della tecnica. Il velivolo fu inizialmente prodotto nella versione IDS (InterDiction and Strike) ma in pochi anni, a conferma delle sue potenzialità, furono sviluppate altre configurazioni: prima la ADV (Air Defence Version) da difesa aerea, seguita dalla variante ECR (Electronic Combat Reconnaissance) il cui compito primario è la localizzazione e la soppressione delle sorgenti radar nemiche con l’uso di missili antiradiazione.

Per sviluppare quest’ultima versione un esemplare, l’IS78 (Italian Strike nr.78) è stato utilizzato dalla allora Alenia come prototipo di sviluppo della variante ECR a partire dal 1989. Questo Tornado è stato sempre basato presso lo stabilimento di Torino-Caselle per le prove di sviluppo e per le successive prove di integrazione delle modifiche che si sono succedute sul Tornado nel corso degli ultimi 30 anni. 
 

Il prototipo del Tornado ECR, IS78, durante i primi voli prova
 

Il programma per la conversione di Tornado italiani nella versione da guerra elettronica/ricognizione iniziò nel 1992, con la modifica di 16 velivoli in configurazione IDS. La trasformazione di cellule già esistenti fu resa possibile dal fatto che il Tornado si era già dimostrato macchina robusta ed affidabile, con la conseguente riduzione del requisito per velivoli di riserva sul totale di 99 acquisiti dall’Aeronautica Militare (esclusi i prototipi). 

Questo consentì una notevole riduzione dei costi rispetto all’acquisizione di ulteriori velivoli di nuova produzione (strada scelta dai tedeschi). Nel corso degli anni – così come gli IDS, anche gli ECR dell’AMI sono stati ripetutamente aggiornati, in particolare con l’ultima iterazione (RET8) del programma di rinnovamento di mezza vita MLU (Mid-Life Update). Venticinque velivoli Tornado (10 IDS e 15 ECR) sono stati portati a questo standard avanzato, che introduce nuovi sistemi avionici e un incremento nel numero e nel tipo di armamenti e carichi di missione utilizzabili, permettendo al velivolo di assolvere le missioni assegnate con sempre maggiore efficacia. Nello specifico, per quanto riguarda gli ECR, i 15 Tornado appartenenti al 155° Gruppo ETS “Pantere” sono stati aggiornati fra il 2013 e 2018. 
 

Un Tornado ECR del 155° Gruppo ETS in decollo per una missione addestrativa 


Il RET8 ha interessato molteplici sottosistemi e funzionalità, ed ha richiesto modifiche agli impianti di bordo, al sistema di gestione degli armamenti con l’installazione di nuovi cablaggi in tutti i punti di attacco (ad eccezione dei 2 più esterni), e nuovo software di missione. Grazie a questo upgrade, il sistema di navigazione INS/GPS integrato è ora coadiuvato da un sistema Multi Mode Receiver (MMR) che include i due sistemi di avvicinamento e atterraggio strumentali MLS (Microwave Landing System) e ILS (Instrumented Landing System). Il sistema di comunicazione ed identificazione IFF è stato aggiornato agli ultimi standard, includendo capacità di comunicazione sicura ed introducendo la capacità di trasmissione/ricezione dati via Data-Link (MIDS).

I cockpit di pilota e navigatore sono stati equipaggiati con nuovi display multifunzione per migliorare l'interfaccia uomo-macchina e ridurre il carico di lavoro. I sistemi di illuminazione interno ed esterno sono stati, inoltre, resi compatibili con l'impiego dei visori notturni. È stata migliorata la capacità di ricognizione elettronica che è la ragion d’essere del velivolo, introducendo nuove funzionalità per la localizzazione cooperativa delle minacce (Multi Ship Ranging). Con il programma Major Engineering Task (MET) 27, che ha visto l’allora Alenia Aermacchi detenere la leadership in un team che comprendeva BAE Systems e l’allora Cassidian (oggi Airbus DS), sono stati integrati i missili antiradar AGM-88B HARM e i nuovissimi e più avanzati AGM-88E AARGM; l’AM è stata la seconda aeronautica NATO, dopo la US Navy, ad acquisire questa capacità pregiata. All’arsenale del Tornado sono contestualmente state aggiunte anche le bombe GBU-32 JDAM a guida GPS, le GBU-16, GBU-24 e le EGBU-24 a guida laser, armamento di tipo stand-off Stormshadow e gli ordigni plananti GBU-39B SDB (Small Diameter Bomb). 

Un Tornado ECR AM con un missile antiradar AGM-88B 
 

Altrettanto fondamentali sono state le integrazioni di nuovi pod esterni a cominciare dal CLDP (Convertible Laser Designation Pod) per l’acquisizione bersagli; il RecceLite per la ricognizione e infine il dispositivo d’autoprotezione BOZ102EC (chaff&flare dispenser).

Il contributo di Leonardo a tutte queste attività di aggiornamento tecnologico è stato fondamentale. Oltre al citato prototipo IS78, a partire alla metà degli anni ’80 sono stati infatti assegnati e strumentati altri tre velivoli di serie (IS84, IS47 e IT04, dove la sigla IT indica la versione a doppi comandi per l’addestramento dei piloti, che mantiene le caratteristiche operative) dedicati agli sviluppi delle successive modifiche e aggiornamenti del Tornado indicati sopra.

Il momento più intenso dell’utilizzo dei velivoli di serie trasformati in velivoli di sviluppo è stato il programma di MLU, che ha visto il culmine nell’anno 2009 ove con tre aerei (IS47, IS78 e IT04 rispettivamente in configurazione IDS, ECR e Trainer) sono stati effettuati circa 100 voli di prova per la verifica delle modifiche MLU con una estesa campagna diretta dalle Prove Volo, sia utilizzando la base di Caselle che quella di Decimomannu in Sardegna. Per alcuni dei voli prova è stato anche utilizzato l’aeroporto di Cuneo-Levaldigi. Ma tornando all’IS78, questo aereo è stato recentemente trasferito da Torino al Reparto Sperimentale di Volo (RSV) dell’Aeronautica Militare, dove sarà impegnato, questa volta a cura della stessa Aeronautica Militare, fino a maggio 2021 per nuove prove di integrazione a Pratica di Mare, per poi tornare a Caselle, presso la Divisione Velivoli di Leonardo, a supporto dello sviluppo di nuove capacità, per le quali, grazie alla grande esperienza maturata, un ulteriore velivolo di sviluppo (IS43) è in fase di allestimento.
 


Un’altra immagine del prototipo del Tornado ECR, IT78, durante un volo prova 


I Tornado ECR dell’Aeronautica Militare sono stati impiegati intensamente, come e più delle loro controparti da interdizione, partecipando a tutte le più importanti operazioni militari degli ultimi decenni. Grazie al Tornado ECR, l'AM e la Luftwaffe tedesca (che schiera 20 ECR) sono al momento le uniche aeronautiche NATO, oltre all’USAF statunitense, a schierare macchine specializzate nella missione di soppressione delle difese aeree nemiche (SEAD). Gli ECR dovrebbero restare in servizio in entrambe le aeronautiche almeno fino al 2025.


Foto di Alessandro Maggia e Luca La Cavera