Lo Spazio come componente essenziale dell’economia mondiale. Stati Generali della Space Economy

01 dicembre 2020

Il 25 e il 26 novembre si è svolto il workshop Stati Generali della Space Economy a cui hanno partecipato i principali protagonisti delle aziende e delle istituzioni spaziali italiane.

La prima sessione del workshop, dal titolo “Istituzioni e imprese a confronto: i rapporti tra imprenditoria e istituzioni negli orizzonti del settore” hanno partecipato Giorgio Saccoccia, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Luigi Pasquali, coordinatore attività spaziali di Leonardo e Amministratore Delegato di Telespazio, Luca Del Monte, Head of Industrial Policy and SME Division dell’ESA, con un intervento conclusivo del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Spazio Riccardo Fraccaro.

Nella sessione pomeridiana, dedicata a “Progetti spaziali, progettualità e concretezza: il futuro imminente dello Space-in-Italy”, sono intervenuti Massimo Comparini, Amministratore Delegato di Thales Alenia Space Italia e Giuseppe Aridon, Senior Vice President of Strategy and Competitive Analysis di Telespazio.

Il 26 novembre, nel panel “Progetti spaziali, dall’abilitazione alle applicazioni: filiera completa” ha partecipato Paolo Minciacchi, Amministratore Delegato di e-Geos.

Abbiamo chiesto a Luigi Pasquali un approfondimento sul ruolo dell’Italia nel settore spaziale e sull’importanza della collaborazione tra imprese pubbliche e private.
 

L’Italia può essere ancora protagonista dello spazio in questo contesto?

Continuare a essere protagonisti nello spazio è possibile e crediamo che potremo esserlo ancora a lungo perché abbiamo delle peculiarità che ci consentono di stare al passo. In particolare ne cito due: la governance dello spazio in Italia che si è sviluppata velocemente negli ultimi anni e che ha dato un impulso sulla capacità di dialogo, coordinamento e indirizzo; il secondo è il settore industriale che copre tutta la catena del valore con grandi imprese, PMI e centri di ricerca. Come risultato siamo riusciti, ad esempio, a sviluppare in Italia la tecnologia radar SAR che ci mantiene sulla frontiera e della quale stiamo sviluppando la nuova generazione, ma anche sistemi di comunicazioni sicure come quelli dei satelliti SICRAL che rappresentano un punto di forza per le forze armate consentendo loro di interagire con altri Paesi e con la NATO in modo sicuro. Per non dimenticare il quasi 60% della parte abitativa della Stazione Spaziale Internazionale che nasce dalle competenze italiane, capacità che hanno permesso all’Italia di stabilire un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti e la NASA per le future missioni di esplorazione. Abbiamo centri di controllo e capacità operative tra i primi in Europa e siamo inoltre tra i primi a lavorare sui temi del collision avoidance e space situational awareness.


Il futuro dello spazio italiano è nelle mani della collaborazione tra pubblico e privato?

Sarà sicuramente un aspetto rilevante e il futuro ne sarà caratterizzato. Per Leonardo è fondamentale la crescita delle PMI e della filiera nazionale anche applicando il concetto di ‘open innovation’. Si tratta di un impegno che è parte della nostra missione strategica perché nessuno può fare tutto da solo. Inoltre per consentire alle PMI di rilasciare il proprio potenziale si sta affermando, come già visto negli Stati Uniti e più recentemente in Europa e in Italia, il ruolo del venture capital, un supporto finanziario destinato a un settore che garantisce tasso di crescita, sviluppo e ritorno sugli investimenti particolarmente elevati. Lo spazio non può prescindere dal ruolo delle istituzioni perché è prevalentemente utilizzato da operatori istituzionali essendo un elemento strategico e di sovranità nazionale. Ecco dunque l’importanza della governance efficace come dimostrato dall’esperienza italiana. Il privato può contribuire sia dal punto di vista industriale che come investitore. La space economy ha avvicinato lo spazio agli utilizzatori staccandolo dal suo ambito squisitamente tecnologico. Oggi, lo spazio è “user driven”, guidato cioè dalle necessità del mercato. Questo nuovo paradigma giustifica quindi il finanziamento del privato perché in grado di garantire un ritorno sul capitale investito. Lo spazio già oggi sta diventando un dominio operativo, cioè un luogo dove si opera con delle finalità di tipo economico, strategico e di difesa, un’espansione della superficie del pianeta dove svolgere molteplici attività. Nel medio periodo la sua centralità sarà ancora più forte. Stiamo già lavorando affinché questo avvenga e sono certo che tra un paio di decenni tutto questo sarà realtà.