Roma 04 luglio 2016
Dopo cinque anni di viaggio, il 5 luglio alle 5.53 (ora italiana) la sonda JUNO, con tecnologia Leonardo-Finmeccanica a bordo, è entrata nell'orbita di Giove per studiare l’origine e l’evoluzione del pianeta.
JUNO (JUpiter Near-polar Orbiter) è la seconda missione del programma New Frontiers della NASA, l’ente aerospaziale americano. La sonda studierà i campi gravitazionali e magnetici del pianeta gassoso, esplorerà la sua atmosfera, misurerà l'abbondanza di acqua e cercherà di determinare la struttura interna del pianeta, cercando prova della presenza di un nucleo solido.
Per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, la missione farà uso di una suite di strumenti scientifici. Il cuore di JUNO sarà lo spettrometro JIRAM (Jovian InfraRed Auroral Mapper), finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), realizzato dalla Divisione Sistemi Avionici e Spaziali di Leonardo-Finmeccanica a Campi Bisenzio e operato sotto la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (IAPS) dell’INAF.
Lo strumento, che permette di acquisire simultaneamente immagini e informazioni spettrali nell'infrarosso attraverso l'uso di un doppio piano focale, riveste un ruolo fondamentale nella missione poiché consente di osservare a distanza ravvicinata Giove per capirne formazione, evoluzione, struttura. In particolare, lo spettrometro svolgerà indagini negli strati superiori dell'atmosfera, sarà in grado di rilevare l'eventuale presenza di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina e fornirà immagini delle aurore. JIRAM appartiene a una famiglia di strumenti già ampiamente collaudati su altre missioni spaziali internazionali quali Rosetta e Venus Express di ESA e Dawn e Cassini della NASA. L’ evoluzione di questo strumento sarà a bordo della sonda BepiColombo che studierà il pianeta Mercurio.
L’altro componente italiano di JUNO è il KaT (Ka-Band Translator), finanziato da ASI e realizzato da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales e Leonardo) con il supporto del team scientifico dell’Università di Roma “La Sapienza”. Lo strumento KaT effettuerà esperimenti di radio-scienza in grado di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul campo gravitazionale di Giove.
Il KaT consente la determinazione del campo di gravità di Giove decomponendolo nelle varie componenti armoniche sferiche la cui conoscenza permette di rispondere a molte domande circa la struttura interna del pianeta. Il KaT fa parte di uno dei filoni strumentali di eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, avviato con la missione Cassini, e vede la sua evoluzione nello strumento MORE (Mercury Orbiter Radio science Experiment) previsto a bordo della missione ESA BepiColombo, della quale Thales Alenia Space è prime contractor.
Centrale dunque, ancora una volta, il ruolo di Leonardo in questa importante missione spaziale. L’azienda ha fornito inoltre il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker (anch’esso realizzato a Campi Bisenzio), che ha guidato JUNO nei suoi quasi 3 miliardi di chilometri di viaggio verso l’orbita gioviana, dove continuerà a fornire informazioni sulla posizione della sonda permettendole di mantenere sempre la rotta prestabilita. Come hanno osservato i responsabili americani della missione in un messaggio di congratulazioni al nostro team: ”Dopo un viaggio durato 5 anni, il vostro sensore d'assetto stellare ha posizionato perfettamente la sonda JUNO, permettendo a Giove di accoglierla con le parole "grata domum" ossia bentornata a casa”.
Photo Credit : NASA