Finmeccanica catalizzatore
di imprese vitali per il Paese

Processo di lavorazione delle eliche all'interno dello stabilimento della Società Italiana Delta di Cornigliano Ligure a Genova, anni Quaranta. Specializzata nella produzione di leghe, quali bronzo e ottone, la società sarà assorbita dall'Ansaldo nel 1894. La Delta, a metà degli anni Trenta, rappresenterà circa il 15% della manodopera Ansaldo, mantenendo intatta nel tempo l'identità di industria pesante.
Courtesy Fondazione Ansaldo

Il 18 marzo 1948, sulla base del decreto legislativo n. 1420/1947 del Capo dello Stato, Enrico De Nicola, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), la holding di stato per le partecipazioni statali, fonda la Società Finanziaria Meccanica Finmeccanica; una tappa cruciale, nel clima post-bellico, per la ripresa del tessuto economico e industriale dell’intera nazione. Al momento della sua fondazione, sotto la Presidenza di Aristide Zenari, la neonata società controlla ben quattordici imprese, provenienti dall'IRI, che contano su oltre 90 mila dipendenti, e che rappresentano una parte fondamentale dell’asset manifatturiero italiano. Tra queste: l’Ansaldo, l’Alfa Romeo, l’Odero Terni Orlando (poi OTO Melara), la San Giorgio Società Industriale, i Cantieri Navali dell’Adriatico, le Officine Galileo, la Filotecnica Salmoiraghi. Finmeccanica non ha attuato una politica di puro riordino, ma ha prestato attenzione, fin da subito, alle “eccellenze”, come la meccanica e l’aeronautica, anche con l’ingresso nel settore emergente dell’elettronica, tramite la costituzione della Microlambda, inizialmente denominata “Società per studi e applicazioni di elettronica”. Nata da un accordo con la statunitense Raytheon, nel 1951, sarà la prima azienda italiana ad avviare una produzione nella radaristica.

Nel periodo della “golden age” dell’economia mondiale, l’Italia sarà pienamente protagonista. Gli anni Cinquanta vedono l’affermazione di Finmeccanica in campi strategici: le artiglierie navali e terrestri con OTO Melara, e il settore aeronautico e ferroviario con Aerfer, con la relativa industrializzazione del Mezzogiorno. Nel 1954 la Nuova San Giorgio, antesignana dell’elettronica, avvia la produzione di sistemi di controllo numerico e di impianti automatizzati.

Il 29 dicembre del 1959, una nuova holding, la Finanziaria Cantieri Navali Fincantieri riunirà dodici società del settore navale, precedentemente parte di Finmeccanica. Per quest’ultima il passaggio sancirà un nuovo inizio all’insegna di una struttura più omogenea composta da 34 aziende, 51 stabilimenti e 36.970 dipendenti.

Monoplano da addestramento italiano prodotto tra il 1948 e il 1952. Il primo prototipo volerà il 25 giugno 1947. Il velivolo sarà prodotto in 221 esemplari, nelle versioni monoposto e biposto

1948

Il primo volo dell’addestratore G-46

Primo aereo di FIAT Aviazione del dopoguerra, il G-46 è progettato dall’ing. Giuseppe Gabrielli, in costruzione interamente metallica in lega leggera, fusoliera a guscio e ala monoplana a sbalzo. Ordinato dall’Aeronautica Militare Italiana il 9 marzo 1946, sarà impiegato per l’addestramento basico fino al 1958, conoscendo poi una seconda giovinezza negli Aero Club.

Indiscussa protagonista all'interno della storia di Finmeccanica, l'Ansaldo è stata fondata nel 1853 dall’ingegnere meccanico e docente universitario Giovanni Ansaldo, il banchiere Carlo Bombrini, il finanziere Giacomo Filippo Penco e l’armatore Raffaele Rubattino. Sarà proprio Giovanni Ansaldo a ricevere da Cavour l’incarico di rilevare lo stabilimento italiano di Taylor & Prandi, all'epoca messo in liquidazione. In quel sito, fin da subito si lavorerà alla costruzione di calderini, di locomotive e gru, permettendo alla società di crescere in capacità produttive, maestranze e competenze. Courtesy Fondazione Ansaldo

1949

Un film per raccontare Ansaldo

Per la produzione di Ferroni Cortometraggi, i registi Aldo De Sanctis e Giampiero Pucci firmano un cortometraggio sull’attività dell’Ansaldo a Genova: i cantieri navali, gli stabilimenti meccanici e ferroviari, la fonderia. Società fondata nel 1853 da un gruppo di imprenditori e finanzieri genovesi, l’Ansaldo diventerà il cuore storico del capitalismo italiano, sperimentando prima le contingenze legate alla militarizzazione negli anni della guerra e, in seguito, la crisi e la riconversione durante la pace. Il film testimonia quel clima di ripresa in cui si assisterà alla nascita del progetto Finmeccanica.

Il primo ricetrasmettitore radar CFL3, progettato e realizzato nel 1949. Tecnologia in banda X (9,4 GHz), con antenna parabolica, trasmettitore da 200 kW, sarà utilizzato dall'Istituto Cartografico dell'Esercito Italiano

1949

Nasce il CFL3: primo radar di progettazione e produzione interamente made in Italy

Il radar nasce dalla collaborazione tra l’Istituto di Ricerca Centro Microonde di Firenze e la SMA (Segnalamento Marittimo e Aereo), una piccola società fiorentina che produceva ottiche per il segnalamento, boe luminose e fari - principalmente per la Marina Militare - e che sarebbe entrata in Finmeccanica a metà degli anni Novanta.
La sigla CFL3 deriva dai cognomi dei suoi ideatori: Nello Carrara, direttore del Centro Microonde; Lorenzo Fernandez, fondatore e amministratore delegato della SMA; Pietro Lombardini, progettista del radar.

Operai al lavoro durante la fase di assemblaggio dell'Alfa Romeo 1900, metà anni Cinquanta. La produzione della 1900, presentata ufficialmente al Salone di Parigi l'11 ottobre del 1950, segnerà l'avvio di una nuova fase anche per lo storico stabilimento del Portello (Milano), bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Courtesy Centro di Documentazione Alfa Romeo, Arese

1950

Alfa Romeo presenta la 1900 primo nuovo progetto postbellico

Progettata da Orazio Satta Puliga, l’Alfa Romeo 1900 diventerà famosa con lo slogan: “La vettura di famiglia che vince le corse".
La nuova berlina porta con sé una serie di primati e innovazioni: è la prima Alfa Romeo a scocca portante integrata al telaio, un motore bialbero quattro cilindri che caratterizzerà la produzione degli anni successivi, e adotta - per la prima volta - la guida a sinistra di serie. Sono anni di fermento economico e innovazione, i cui impatti saranno evidenti anche nel cambiamento della linea produttiva dello stabilimento del Portello, a Milano, con l’introduzione della catena di montaggio. Il 5 maggio del 1953, Giuseppe Luraghi, vicepresidente della società, discuterà con l’IRI e Finmeccanica il “Programma ‘53” per valorizzare gli impianti industriali, comporre un gruppo dirigenziale, e delineare una strategia che permetterà all’Alfa Romeo di ricavare un utile da poter reinvestire
per crescere sul mercato.

Il Bredino, ciclomotore Breda per uso civile, simbolo della rinascita aziendale del secondo dopoguerra (anni Cinquanta) è oggi esposto al Museo della Breda Meccanica Bresciana, Brescia

1950

La Breda Meccanica Bresciana e il difficile compito della ricostruzione

La VI Sezione della Finanziaria Ernesto Breda, che nel 1951 assumerà il nome di Breda Meccanica Bresciana, è impegnata nel difficile compito della ricostruzione. Dopo i numerosi bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale e il conseguente ripristino di capannoni e macchinari, lo stabilimento comincia un’intensa fase di produzioni civili: motociclette (il celebre Bredino), frigoriferi Crosley e telai Cotton per maglieria su licenza. Sono produzioni che rappresentano, nel loro design, la capacità di resilienza e quel coraggio imprenditoriale che accompagneranno il Paese sino agli anni del boom economico.

E' stata considerata l'Ammiraglia della Italia Società di Navigazione, un vero "gioiello" di rinascita - a livello internazionale - delle attività marittime italiane. La Andrea Doria sarà frutto non solo del sapere cantieristico e dell'arredamento navale ma anche di eccellenti soluzioni e sperimentazioni del design e dell'arte di quel tempo che porteranno la firma di: Ponti, Zoncada, Ramelli, Orestano, Melotti e Paganin. Courtesy Fondazione Ansaldo

1951

Varato il transatlantico Andrea Doria

La più grande e più veloce nave passeggeri della flotta italiana di linea è varata il 16 giugno 1951, nel cantiere navale Ansaldo di Genova Sestri Ponente, per la Italia Società di Navigazione del gruppo Finmare. La turbonave, di circa 30.000 tonnellate di stazza lorda, accoglieva a bordo 1.241 passeggeri e un equipaggio di 580 persone. Molto apprezzata per la sua eleganza, la Andrea Doria, soprannominata la “Signora del mare”, all’estero era conosciuta come la “Grande Dame of the Sea”. Il 14 gennaio 1953, salperà dal Porto di Genova
alla volta di New York.
A poco più di tre anni dal suo viaggio inaugurale, affonderà a largo delle coste americane, a causa di un incidente avvenuto nella notte del 25 luglio del 1956 con la nave svedese Stockholm.

Il personale impiegato presso il nuovo Ufficio Studi della Moto Fides (anni Cinquanta). Crediti: Archivio Storico Whitehead Moto Fides WASS

1951

Studi, ricerche e innovazioni con la ripresa delle produzioni siluristiche

Dal 1951 la Whitehead Moto Fides coordina le attività di ricerca e sviluppo siluristiche dell’USAS-Ufficio Studi Armi Subacquee (con sede a Napoli), ente di cui fanno parte anche la Marina Militare Italiana e le Industrie Meccaniche Napoletane (IMN). Da lì a poco tempo, a seguito dello scioglimento di USAS e IMN, confluiranno nell’Ufficio Studi livornese tutte le forze ingegneristiche del settore. Si inaugura così l’epoca della vera e propria ripresa dell’azienda nel secondo dopoguerra. Proprio in questi uffici prenderanno vita le importanti ricerche sulla propulsione ad acqua ossigenata e incominciano gli esperimenti per il siluro filo-alimentato.

Larry Bell e Domenico Agusta sul campo di Cascina Costa di Samarate (VA) dopo il collaudo del primo elicottero Agusta-Bell Model 47, 24 maggio 1954. Il Bell 47 messo a punto nel giugno del 1942, da un gruppo di progettisti americani per la Bell Aircraft, volerà per la prima volta l'8 dicembre 1945. Seguirà, nel 1946, da parte della Federal Aviation Administration il rilascio del primo certificato di navigabilità per elicotteri al mondo

1952

Agusta entra nel settore degli elicotteri

Il 22 maggio 1952 l’Agusta firma un accordo con l’americana Bell Aircraft Corporation per la costruzione su licenza, per il mercato europeo, di un elicottero di nuova concezione, il Bell 47. Nel maggio dell’anno seguente, l’Agusta diventerà Società per Azioni con soli 66 dipendenti. Esattamente due anni dopo, il 24 maggio 1954, il primo elicottero realizzato dall’azienda, l’Agusta-Bell 47G, pilotato dal collaudatore Ottorino Lancia decollerà dalla pista di Cascina Costa di Samarate (Varese). Le commesse non tarderanno ad arrivare sia da clienti militari che civili e, due anni più tardi, saranno già cento gli esemplari consegnati agli operatori di tutta Europa.

Il primo numero di "Civiltà delle Macchine", gennaio 1953. In copertina il "Volo di uccelli", di Leonardo da Vinci. Tra gli autori che scriveranno sulla prima uscita della rivista: Giuseppe Ungaretti, Carlo Calosi, Giulio Carlo Argan e l'allora Direttore, Leonardo Sinisgalli

1953

Pubblicato il primo numero della rivista “Civiltà delle Macchine”

Sotto la guida di Giuseppe Luraghi, viene fondata una nuova rivista, house organ di Finmeccanica, “Civiltà delle Macchine” che animerà il dibattito culturale del tempo, favorendo un dialogo tra cultura scientifica e umanistica. Un “pensatoio” della modernità affidato a Giuseppe Sinisgalli, poeta ungarettiano e ingegnere di formazione, che ne seguirà la direzione fino al 1958. A lui succederà Francesco d’Arcais fino al 1979. Le pagine del bimestrale accoglieranno le riflessioni di letterati e ingegneri; le celebri copertine, molte delle quali sono opere commissionate agli artisti italiani del Novecento del calibro di Vespignani, Mafai, Capogrossi, Perilli, Afro, entreranno a far parte della collezione dell’IRI.

Radar di avvistamento navale TPS-1D, prodotto da Microlambda, su licenza della Raytheon, nello stabilimento del Fusaro (Napoli)

1953

Consegnati i primi quattro radar TPS-1D

Si tratta di una commessa record – per un valore di otto miliardi di Lire – per 300 radar di avvistamento navale TPS-1D, destinati alla Marina statunitense, che Microlambda produrrà su licenza Raytheon, all’interno delle officine dell'ex Silurificio Italiano del Fusaro, poco distante da Napoli. Il 30 aprile, sotto la supervisione di Franco Bardelli, superano severissimi collaudi i primi quattro radar. Nei successivi due mesi la produzione verrà incrementata al punto che la commessa si concluderà con largo anticipo rispetto agli accordi previsti. Da questo successo, riprenderà l’ascesa industriale e il risanamento economico di un intero territorio.

Realizzato nel 1952 dalla Breda Ferroviaria e Breda Costruzioni Elettromeccaniche nelle Officine di Sesto San Giovanni (Milano), l'ETR 300 è stato prodotto in tre esemplari tra il 1952 e il 1959. Livrea grigio e verde magnolia, forme aerodinamiche e armoniose, un treno dotato di ogni comfort, con un servizio a bordo curato in ogni dettaglio. In foto il viaggio inaugurale Roma-Napoli, 1953. Courtesy Archivio Fondazione FS Italiane

1954

Torna in servizio l’ETR 300, un viaggio di lusso nell’Italia che rinasce

Il 5 aprile, dopo un periodo di revisione presso la Breda e aver apportato alcune modifiche tecniche, torna in servizio nella tratta Milano-Roma, l’ETR 300 “un elettrotreno composto di sette vetture, destinato a servizi di lusso”. Soprannominato fin dalla costruzione “Settebello”, compie il primo viaggio inaugurale, da Roma Termini a Napoli Centrale, il 29 marzo 1953, prevedendo un servizio di altissimo livello destinato all’élite sociale: camerieri, hostess, personale di scorta e interpreti (segno di apertura internazionale di un’azienda di Stato che puntava a far conoscere le bellezze paesaggistiche e architettoniche nazionali). Non senza polemiche per l’alto costo dei biglietti, 3.780 Lire per una prima classe sulla tratta Milano-Napoli, sarà il fiore all’occhiello delle Ferrovie dello Stato, icona di uno stile tutto italiano che guarda al futuro.

È stata la prima motocannoniera convertibile sperimentale costruita nel dopoguerra. Nel giugno del 1962 entrerà in cantiere presso l'Arsenale Militare di Taranto per una radicale ricostruzione che comporterà un aumento della lunghezza e di peso, arrivando a 191 tonnellate. Rientrerà in servizio nel 1964, per poi essere disarmata nel 1977

1955

Entra in servizio la MC 490 Folgore, prima motocannoniera convertibile

Impostata come unità sperimentale nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (Trieste), nel giugno del 1952, l’MC 490, la prima motocannoniera convertibile del dopoguerra, sarà varata nel 1954, per entrare in servizio - l’anno successivo - con la Marina Militare italiana. Il suo progetto subirà diverse modifiche nel corso degli anni soprattutto per ciò che riguarda la tipologia e la consistenza dell’armamento, portando alla produzione di una serie di cannoniere MC-491-492, denominate poi “Lampo” e “Baleno”. Tra il 1962 e il 1963, con motori più potenti, giungerà al massimo delle sue prestazioni. Il nome “Folgore” le sarà attribuito nel 1965 e, in servizio fino al 1976, sarà impiegata in attività addestrative insieme ad altre motocannoniere di più recente costruzione.

Simbolo della fiducia tecnologica che la OTO Melara riserva alla serie dei 25 cavalli, il C 25 entra in produzione nel 1953 e prevede un assale anteriore classico. In questo modo le ruote possono essere di diametro più grande senza penalizzare la stabilità. Come altri modelli della stessa serie, anche in questo caso è assente il differenziale: i freni e lo sterzo permettono così di passare dalle gomme al cingolo in tempi relativamente brevi. In foto, un'operazione di montaggio avantreno su un trattore OTO C25 R4 (anni Cinquanta). Courtesy Archivio Storico OTO Melara

1955

Più di 1.000 trattori OTO Melara immatricolati in un solo anno

La neocostituita OTO Melara, specializzata nella produzione di artiglierie navali e terrestri, e nel pieno della sua fase di riconversione, raggiunge lo storico risultato di vedere immatricolati 1.032 suoi trattori agricoli in un solo anno, diventando uno dei maggiori produttori dell’epoca insieme a Same, Landini, OM e Fiat. L’ing. Camillo Corradi sarà il progettista di una nuova linea di prodotti che, dal 1950 al 1958, vedranno la produzione di 20 modelli, ciascuno in diverse versioni. Nel 1957 l'azienda presenterà il C 20, con quattro ruote, disponibile nella versione cingolato puro e cingolato trasformabile. Altra caratteristica, oltre al grigio della meccanica, sarà la scomparsa del cofano sfuggente e, unici nella produzione OTO, i pedali del freno e della frizione collocati in maniera non convenzionale rispetto alla produzione dei mezzi agricoli del tempo.
A fronte della richiesta da parte del Ministero della Difesa di rinnovo dei mezzi militari, l’azienda abbandonerà lentamente, a partire dal 1962, la produzione dei mezzi per il settore agricolo. Sarà il via per la nuova progettazione dei cannoni navali e terrestri a caricamento automatico.

Primo volo del caccia supersonico, Sagittario II, 4 dicembre 1956. Si tratta di un velivolo avveniristico, progettato dall'ing. Stefanutti, per avere lo stesso motore del FIAT G.91 che, essendo ancora in fase di progettazione da parte della Bristol, sarà equipaggiato con un motore turbogetto Rolls-Royce Derwent IX

1956

Il Sagittario II, primo aereo supersonico italiano

È un caccia leggero sperimentale - tutto italiano - realizzato presso gli stabilimenti Aerfer di Pomigliano d’Arco (Napoli). Progettato dall’ing. Sergio Stefanutti per il concorso indetto dalla NATO, poi vinto dal FIAT G.91, il Sagittario II volerà dall’Aeroporto militare di Pratica di Mare, il 4 dicembre 1956, pilotato dal Tenente Colonnello Giovanni Franchini, superando la velocità del suono.

Il primo volo del Macchi MB.326, dalla pista di Venegono (VA) il 10 dicembre 1957. Su una produzione complessiva di oltre 800 esemplari, ben 413 saranno costruiti su licenza in Sud Africa, Australia e Brasile, contribuendo così allo sviluppo delle industrie aeronautiche locali: Atlas, Commonwealth - Aircraft Corporation ed Embraer

1957

Primo volo dell’addestratore MB.326

L’MB.326 è l’aereo da addestramento a getto, di produzione italiana realizzato nel maggior numero di esemplari e adottato da numerose Forze Aeree mondiali. Progettato dall’ing. Ermanno Bazzocchi, l’MB.326 ha caratteristiche innovative perché è un jet pensato per le scuole di volo militari, robusto, manovrabile, con costi operativi contenuti, adatto all’addestramento basico e avanzato dei piloti destinati ai velivoli di prima linea. Ribattezzato “Macchino”, sarà uno dei più importanti successi dell’industria aeronautica italiana del secondo dopoguerra che proietterà l’Aermacchi nel mondo, come leader nell’addestramento dei piloti.

Il transatlantico Leonardo da Vinci pronto al varo, cantiere di Genova Sestri Levante, 1958. Progettata su nuove normative inerenti la sicurezza della navigazione e della vita umana in mare, sarà pensata principalmente per sopperire al vuoto economico lasciato dalla precedente Andrea Doria. Sarà un progetto da ripensare ex novo, da un punto di vista sia ingegneristico che architettonico. Dopo la firma del contratto, nell'agosto del 1956, seguirà l'inizio dei lavori a partire dal 16 giugno del 1957

1958

Un altro importante varo: il transatlantico Leonardo da Vinci

È il 7 dicembre quando il cantiere navale Ansaldo di Genova Sestri Ponente vara un nuovo transatlantico, il Leonardo da Vinci, per la Italia Società di Navigazione, che sostituirà la Andrea Doria affondata nel tragico incidente di due anni prima. In servizio dal 30 giugno del 1960, si tratta di una nave lussuosa e veloce, pensata e costruita seguendo la summa di tutti i più recenti progressi ingegneristici del tempo. La linea sinuosa e funzionale vedrà collaborare architetti come Luccichenti, Monaco, Zoncada, Pulitzer, mentre gli arredi e il design saranno affidati agli artisti dell’epoca, tra cui Casorati, Turcato, Cagli, Vedova e Petrolini. Con una capacità di accoglienza di 1.326 passeggeri, è stata la prima nave ad avere servizi privati e aria condizionata in tutte le cabine. Sarà utilizzata per il servizio di linea dall’Italia verso gli Stati Uniti e dismessa nel 1976.

Il G.91 volerà per la prima volta, dall'aeroporto di Caselle Torinese (Torino), il 9 agosto del 1956, pilotato da Riccardo Bignamini. Dalla versione "R", deriverà il biposto "T", monoreattore da addestramento operativo (in foto). Nell'arco di venti anni, la produzione totale della famiglia di questo velivolo arriverà a 761 esemplari

1958

Il G.91 vince il concorso NATO

Il Fiat G.91, cacciabombardiere-ricognitore monomotore a getto e ala a freccia, è prodotto da Fiat Aviazione (confluita poi in Aeritalia), a partire dalla metà degli anni Cinquanta e progettato dall’ing. Giuseppe Gabrielli, in risposta al concorso della NATO indetto nel dicembre del 1953 per la realizzazione di un caccia tattico leggero. Il velivolo risponde perfettamente alle caratteristiche richieste: capace di operare da piste di fortuna e non preparate, dotato di buona velocità (il primo prototipo supera Mach 1 a 9000 metri di quota) e può trasportare carichi offensivi di almeno 450 kg. Nel 1958 viene dichiarato vincitore del concorso e sarà utilizzato principalmente dall’Aeronautica Militare Italiana (nella versione R, compresi gli esemplari di pre-serie, che dal 1964 al 1981 equipaggeranno la pattuglia acrobatica nazionale Frecce Tricolori fino alla sua sostituzione con l’Aermacchi MB-339-PAN), la tedesca Luftwaffe e la Força Aérea Portuguesa.

Fondata nel 1947 da Furio Lauri come Società Meteor Spa, l'azienda si specializzerà fin da subito nella costruzione di velivoli leggeri. Avrà sede nei pressi dell'Aeroporto di Ronchi dei Legionari, a Trieste. Sul finire degli anni Cinquanta inizierà a interessarsi alla produzione dei velivoli senza pilota, costruiti in materiale composito e utilizzati come aerobersagli per l'addestramento delle artiglierie navali e terrestri. In foto, le prove di volo di un Remotely Piloted Vehicle (RPV), fine anni Cinquanta

1959

Nasce l’aerobersaglio Meteor P.1

La Meteor, fondata nel 1947 per la costruzione di velivoli leggeri, a fine anni Cinquanta entra in un nuovo settore per lo sviluppo e la produzione di velivoli teleguidati, costruiti in materiale composito, da impiegarsi come aerobersagli per l'addestramento delle artiglierie terrestri e navali, e per missioni di ricognizione. Nasce così il Meteor P.1, da utilizzare per la sperimentazione dei sistemi d’arma antiaerei italiani nel Poligono Interforze di Salto di Quirra, in Sardegna. Propulso ad elica, con un motore quadricilindrico Alfa da 120 CV, il Meteor P.1 è comandato da una stazione a terra per poi essere recuperato, una volta sceso in mare con un paracadute, da sommozzatori elicotteristi. Questo Remotely Piloted Vehicle (RPV), sarà il primo di varie versioni che segnerà l’inizio di una tradizione d’eccellenza nel settore che la Meteor trasferirà a Finmeccanica, quando verrà acquisita nel 1988.

Banner video: Stabilimenti Compagnia Generale di Elettricità Milano, 1955 - 1956,
Courtesy Fondazione Ansaldo